X Agosto di Giovanni Pascoli: testo e parafrasi

di Erik Lazzari

X agosto di Giovanni Pascoli: testo con parafrasi affiancata

X agosto di Giovanni Pascoli

X agosto di Giovanni Pascoli

Commento:

La poesia incomincia con il descrivere l’ambiente temporale: È la notte del 10 agosto, la notte di San Lorenzo, giornata in cui, generalmente, si manifesta una grande quantità di stelle cadenti. Nella notte del X agosto del 1860 Ruggero Pascoli, il padre di Giovanni Pascoli, mentre ritornava dal mercato di Cesena, venne ucciso e per il poeta queste stelle cadenti non sono altro che le lacrime del cielo sulla malvagità degli uomini. Nei versi 1-3 Pascoli afferma con sicurezza: “io lo so perché”; tante stelle che cadono in maniera fitta, sembrano le lacrime di un pianto dirotto che splendono nella volta celeste. Il poeta, però, prima di spiegare quest’affermazione, racconta un apologo (favola allegorica), quello della rondine uccisa mentre ritornava al suo nido. Il Poeta paragona la morte del padre con la morte di una rondine che ritornava al suo nido portando del cibo ai suoi piccoli, infatti, ella era la loro unica fonte di sostentamento ma, essendo stata uccisa per strada, lascia i suoi rondinini affamati e morenti così come il padre di Pascoli che, purtroppo, fu ucciso mentre tornava a casa con due bambole da regalare alle figlie lascia la famiglia sola e sofferente. Negli occhi impietriti di Ruggero rimane la volontà di emettere un grido e innalza le bambole al cielo, a Dio. Pascoli con il particolare delle bambole voleva richiamare la tenerezza che avrebbe caratterizzato l’arrivo del padre a casa e delineare un mondo di consuetudini affettuose che la morte aveva interrotto. Ora, nella casa “solitaria”, i suoi familiari lo attendono inutilmente come i rondinotti avevano aspettato la rondine al nido. La morte del padre rappresenta il simbolo dell’ingiustizia e del male: il forte dolore che prova il poeta diventa il dolore di tutto il nucleo familiare.
  Figure retoriche:
  • Apostrofe: San Lorenzo, v.1= Il poeta si rivolge al Santo celebrato il 10 Agosto, giorno in cui è stato assassinato il padre.
  • Assonanza: arde e cade
  • Consonanza: – 1° e 2° Strofa consonanza della lettera L – 2° Strofa consonanza della lettera R
  • Anastrofe: ritornava una rondine al tetto = è invertito il soggetto con il verbo (v. 5)
  • Onomatopea: arde e cade (v.3)
  • Iterazione dell’avverbio perché (v.1)
  • Anàfora: – Ora è là (vv. 9 e 17) = evidenziano il parallelo tra le due morti, quella della rondine e quella del padre.
  • Allitterazione: vv. 1-2, v.5, v.12, v.19, v.24
  • Latinismo: perché tanto di stelle (v.1)
  • Enjambement: Tanto / di stelle (vv.1-2) – tende / quel verme (vv.9-10) – addita / le bambole (vv.19-20) – mondi / sereni (vv. 21-22) – inondi / quest’atomo (vv. 23-24)
  • Personificazione: Cielo e Male, il poeta personifica il cielo e gli rivolge le sue parole (vv. 21; 24)
  • Sinèddoche: (v.5) al tetto, per indicare al suo nido.
  • Similitudine: come in croce (v.9) – “il suo nido… al suo nido” (vv. 11-13
  • Metonimia: il suo nido che pigola (v. 11) – al suo nido (v. 13)
  • Metafora: perché si gran pianto = le stelle che cadono diventano il simbolo del pianto (v. 3) – d’un pianto di stelle (v. 23) – quest’atomo opaco del Male (v.24) = indica la Terra.
  • Sinestesìa: restò negli aperti occhi un grido (v. 15), sfere sensoriali differenti: quella visiva (occhi) e quella uditiva (grido).
  • Anadiplosi: (è una figura retorica per la quale viene ripetuta una parola a cui si vuole dare maggiore evidenza) lo aspettano, aspettano in vano (v. 18) = la ripetizione del verbo indica l’angoscia dell’attesa.
Ragazzi: se non vi ricordate le figure retoriche, potete trovare la spiegazione qui
Analisi: La poesia è suddivisa in sei strofe tutte collegate tra di loro.
  • La seconda e la terza strofa si riferiscono all’uccisione di una rondine.
  • La quarta e la quinta all’assassinio di un uomo, Ruggero, il padre di Giovanni Pascoli.
  • La seconda e la quarta strofa descrivono con drammatica rapidità l’uccisione dei due esseri innocenti mentre stanno tornando alla loro casa dalle proprie famiglie.
  • La terza e la quinta, che iniziano con un sintagma analogo («Ora è là…»; «Ora là…»), commentano le due morti con lo stesso senso di sofferenza e impotente protesta nei confronti dell’indifferenza del Cielo dinanzi agli orrori della Terra.
Componimento metrico: La poesia è composta da sei quartine in cui si alternano endecasillabi e novenari piani in rime alternata. (ABAB CDCD…)

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